[Ora resto qui]

Ora resto qui
sull’erba appena fresata –
la trincia mescola grovigli e tane
e i butti della ginestra dissestante,
nell’aria artificiale ribollono i sarmenti
e l’odore guasto si lega
alle zampe delle volpicine.

Aspetto sulla collina senza vigna –
vedova di zecche acquattate
nell’umido delle malerbe.

Indugio qui – ventitré i minuti
di rivoluzione della trincia
e l’anima sale così in alto
da suonarsi da sola le campane –
poi compare tra gli sterpi
e ha gran lavoro a ritrovarmi,
miserando citipati di campagna,
derubata dei miei giorni da me sola.