Quando morirò spero non sia d’inverno.
Ma se così sarà, se renderò quanto resta
dell’anima in un banale febbraio
vorrei non fosse notte ma mattino,
violento e soleggiato dopo la neve,
un cielo rivoltato sottosopra, bianco da stordire.
Ascenderò sconcertata – incalzata
dal gracchiare dei corvi,
raggiungerò il silenzio di dio.